Sophio e Iakob

Noi siamo Sophio e Iakob. La nostra storia inizia in Georgia, un Paese meraviglioso, ma purtroppo pieno di problemi.  

 

Siamo dovuti scappare. Iakob è stato catturato, imprigionato e torturato. Non l’ho visto per giorni e giorni e quando è tornato a casa era ricoperto di sangue. Il suo viso non era più riconoscibile e molte delle sue ossa erano rotte. L’unico modo per salvare la nostra vita e quella dei nostri cari è stato fuggire. 

 

Non c’è stato il tempo per programmare nulla. Abbiamo lasciato la nostra casa e tutta la nostra vita con in mano una valigia per due. Un paio di pantaloni, qualche maglietta e un paio di scarpe. 

 

Siamo arrivati a Bolzano con l’ultimo treno della sera. Abbiamo dovuto passare la notte in strada. Era marzo e faceva davvero molto freddo.  

 

I nostri risparmi di una vita sono finiti in fretta. Non avevamo nulla, non sapevamo cosa fare ed eravamo soli. Faceva freddo, avevamo fame, non capivamo la lingua, eravamo esausti. Non potevamo permetterci neanche il sapone per lavarci. Abbiamo pianto tanto.  

 

A Bolzano ci hanno accolto persone molto solidali. Siamo stati ospitati presso un centro di accoglienza di Volontarius che ci ha dato un grande supporto. Abbiamo potuto frequentare corsi di italiano, Iakob ha intrapreso un percorso psicologico per superare i suoi traumi ed entrambi siamo riusciti a trovare un buon lavoro. Lì abbiamo stretto nuovi legami, conosciuto nuove culture e condiviso momenti molto preziosi. 

 

In un centro di accoglienza la vita però non è facile. Insieme ad altre 16 famiglie provenienti da ogni parte del mondo, non è possibile avere tranquillità o privacy. Non puoi andare al bagno quando vuoi o mangiare quando hai fame. Non sei mai solo e non c’è mai silenzio. Non si riesce a dormire perché c’è chi russa, chi piange, chi torna dal lavoro a tarda notte. 

 

Qualcuno potrebbe pensare che sia comodo non dover pagare un affitto. Ma il prezzo da pagare è la tua salute, la tua vita. Abbiamo cercato una casa per noi due per tanto tempo, ma qui in Alto Adige è difficilissimo. Ci sono decine di famiglie che, come noi, cercano una casa in affitto e l’offerta non è molta. In più, se sei straniero è ancora più complesso trovare un appartamento, anche se hai un buon lavoro e parli bene italiano.  

 

Lorenza, Miguel e Stefano del progetto LgNet2 ci hanno aiutato a trovare casa. Senza di loro non so come avremmo fatto. Ci hanno supportato nella ricerca di un appartamento e ci hanno accompagnato quando dovevamo firmare il contratto d’affitto. Si sono assicurati che fosse tutto in ordine e che noi avessimo compreso tutte le regole. Siamo molto grati per tutto quello che hanno fatto per noi.  

 

Ci sono stati momenti di grande sconforto, ma in Volontarius abbiamo trovato persone che ci hanno aiutato a non mollare. Una di queste è Mimì, l’insegnante di italiano. Ci ha insegnato tutto quello che dovevamo sapere per prendere una casa in affitto, le parole da usare e i loro significati. Ma ci ha aiutato soprattutto a non perdere la speranza. Ci diceva che ci vuole tanta pazienza, di provare ancora e ancora e che non dovevamo abbatterci. 

 

Quando siamo venuti a vedere questa casa per la prima volta, abbiamo pensato che questo sarebbe stato l’inizio di una nuova vita per noi. Con questa nuova casa possiamo avere un nuovo futuro. 

 

Non c’è niente di più importante di avere una casa. Qui possiamo andare in bagno quando vogliamo, lavare i nostri vestiti, cucinare il cibo che più ci piace e riposare dopo una lunga giornata di lavoro. Possono sembrare cose elementari e banali ma, quando perdi queste libertà, nascono grandi problemi. La casa è importante per il tuo corpo, per la tua salute, per la tua mente e per il tuo cuore. 

 

Dopo quasi cinque anni senza una casa, adesso possiamo fare dei piani per il nostro futuro e pensare che andrà tutto bene.

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