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06.12.2019

100 anni di Confcooperative

Celebrati con Papa Francesco

Una delegazione di Confcooperative è stata ricevuta da Papa Francesco. Presente anche il presidente dell’Associazione Volontarius, Claude Rotelli.
In occasione del centenario della Confederazione delle Cooperative italiane (Confcooperative), nel marzo scorso, una delegazione di cooperatori è stata ricevuta in Vaticano in udienza da Papa Francesco il quale ha lodato il modello cooperativo ispirato alla dottrina sociale della Chiesa ed all’enciclica “Rerum novarum” del Papa Leone XIII. All’incontro in Vaticano ha preso parte anche il presidente dell’Associazione Volontarius, Claude Rotelli, il quale ha riportato un’impressione molto viva e profonda delle parole del Pontefice.
Nel suo messaggio Papa Francesco, rivolto ai cooperatori, ha sottolineato che

“Il vostro modello cooperativo, proprio perché ispirato alla dottrina sociale della Chiesa, corregge certe tendenze proprie del collettivismo e dello statalismo, che a volte sono letali nei confronti dell’iniziativa dei privati; e allo stesso tempo, frena le tentazioni dell’individualismo e dell’egoismo proprie del liberalismo. Infatti, mentre l’impresa capitalistica mira principalmente al profitto, l’impresa cooperativa ha come scopo primario l’equilibrata e proporzionata soddisfazione dei bisogni sociali. Certamente anche la cooperativa deve mirare a produrre l’utile, ad essere efficace ed efficiente nella sua attività economica, ma tutto questo senza perdere di vista la reciproca solidarietà. Chi fonda una cooperativa crede in un modo diverso di produrre, un modo diverso di lavorare, un modo diverso di stare nella società. Il “miracolo” della cooperazione è una strategia di squadra che apre un varco nel muro della folla indifferente che esclude chi è più debole.


Per questo motivo il modello di cooperativa sociale è uno dei nuovi settori sui quali oggi si sta concentrando la cooperazione, perché esso riesce a coniugare, da una parte, la logica dell’impresa e, dall’altra, quella della solidarietà: solidarietà interna verso i propri soci e solidarietà esterna verso le persone destinatarie. Questo modo di vivere il modello cooperativo esercita già una significativa influenza sulle imprese troppo legate alla logica del profitto, perché le spinge a scoprire e a valutare l’impatto di una responsabilità sociale. In tal modo, esse vengono invitate a considerare non solo il bilancio economico, ma anche quello sociale, rendendosi conto che bisogna concorrere a rispondere tanto ai bisogni di quanti sono coinvolti nell’impresa quanto a quelli del territorio e della collettività. È in questo modo che il lavoro cooperativo esplica la sua funzione profetica e di testimonianza sociale alla luce del Vangelo.


Ma non dobbiamo mai dimenticare che questa visione della cooperazione, basata sulle relazioni e non sul profitto, va controcorrente rispetto alla mentalità del mondo. Solo se scopriamo che la nostra vera ricchezza sono le relazioni e non i meri beni materiali, allora troviamo modi alternativi per vivere e abitare in una società che non sia governata dal dio denaro, un idolo che la illude e poi la lascia sempre più disumana e ingiusta, e anche, direi, più povera. Grazie per il vostro lavoro impegnativo, che crede nella cooperazione ed esprime l’ostinazione a restare umani in un mondo che vuole mercificare ogni cosa. Ci vuole ostinazione per andare avanti su questa strada quando la logica del mondo va in un’altra direzione. Vi ringrazio per la vostra ostinazione. E questo non è peccato! Andate avanti così”.