“Io credo che questa crisi abbia molte cose da insegnarci: l’importanza della scienza, il ruolo strategico del settore pubblico e la necessità di azioni collettive; le conseguenze disastrose delle disuguaglianze e della negazione dell’accesso all’assistenza sanitaria come diritto umano fondamentale; il pericolo di un’economia di mercato dalla vista corta, incapace di resilienza. La pandemia è una crisi che il mondo deve fronteggiare unito, così come la crisi climatica, che non è sparita, anzi potrebbe essere causa di altre epidemie”.
Queste le parole di Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001 nell’intervista raccolta dallo scrittore Gianrico Carofiglio, pubblicata dal quotidiano “La Repubblica” il 1. maggio scorso.
In queste considerazioni si riassume, tra l’altro, il senso profondo dell’attività svolta, anche in questo periodo di pandemia, dall’Ambulatorio mobile di Volontarius organizzato in collaborazione con la Croce Bianca al quale, in occasione di ogni uscita, si rivolgono decine di persone senza dimora presenti nel capoluogo. Il camper, attrezzato ad ambulatorio mobile, è già operativo dal 2017 e grazie all’aiuto di alcuni medici volontari e di operatori sanitari in questi anni ha sempre offerto il proprio sostegno di prevenzione alle persone senza fissa dimora presenti nel capoluogo. Attualmente vi sono quattro medici disponibili che svolgono la loro attività di volontariato con l’ambulatorio mobile e il coordinamento del servizio è affidato ad Alessandro Scrinzi.
Per capire meglio l’attività svolta dall’ambulatorio abbiamo raccolto la testimonianza della dottoressa Lucia Pappalardo, pediatra di famiglia e volontaria di questo servizio.
“Gran parte della popolazione, probabilmente, non si pone nemmeno il problema dell’assistenza sanitaria alle persone senza dimora e dei migranti. Per questo, molti affermano, ci sono le istituzioni preposte, ma in realtà l’assistenza sanitaria a queste persone viene svolta da organizzazioni come l’Associazione Volontarius che ha risorse limitate e spesso può contare solo sull’impegno dei propri volontari, degli operatori e sulle donazioni dei privati. All’inizio della pandemia sono piovute critiche ai senza dimora e ai migranti che passavano il loro tempo sulle panchine o nelle piazze, ma in realtà si tratta di persone che non hanno una casa in cui rifugiarsi e si sono trovati spaesati in una realtà nella quale improvvisamente erano ancora più soli e vulnerabili”
sottolinea Lucia Pappalardo.
Un servizio prezioso per tutta la popolazione
L’ambulatorio mobile di Volontarius svolge un’importante attività di prevenzione e di assistenza sanitaria nei confronti di queste persone e di conseguenza, aspetto questo di cui spesso non si evidenzia appieno l’importanza, a favore di tutta la nostra collettività. Il servizio si svolge per lo più presso il centro di via Comini dove sono ospitate un centinaio di persone che dall’inizio della pandemia possono rimanere all’interno della struttura anche nel corso della giornata. Altre uscite del camper sono state effettuate in Piazza Verdi di fronte alla sede della mensa per assistere le persone senza dimora rimaste al di fuori delle strutture di accoglienza.
“Le persone che si rivolgono all’ambulatorio mobile – sottolinea Lucia Pappalardo - vanno dai ventenni ai sessantenni e le patologie sono molto diversificate. Sono frequenti i problemi cutanei come le dermatiti, gli eczemi e le micosi, molti hanno problemi odontoiatrici, intestinali, gastriti causate dall’alimentazione scadente, costipazione, stipsi. Poi ci sono le patologie legate alla stagione, d’inverno respiratorie, poi le allergie. Spesso sono causate dalle condizioni in cui sono costretti a vivere, magari all’aperto o in uno stanzone affollato. Sono persone che, per lo più, si trovano al di fuori del servizio sanitario nazionale e non hanno un medico di riferimento in quanto non hanno i documenti necessari o vengono da altre città dove avevano un medico di base. Sono venuti a Bolzano in cerca di un lavoro e sono rimasti bloccati qui con il lockdown.
In realtà il nostro servizio sarebbe solamente per coloro che non hanno un medico ma alcuni affermano di non sapere chi sia, quando riceve, dove si trovi.
Spesso mancano informazione e conoscenza riguardo ai loro diritti ed alle modalità di accedere ai servizi. In parte dipende anche dalla sensibilità del medico che magari ha l’ambulatorio pieno di gente e non ha il tempo di seguire anche queste problematiche. Le persone si rivolgono quindi al nostro ambulatorio ma noi, ovviamente, non possiamo dare risposte a tutte le loro problematiche e non siamo in grado di sostituirci ad un servizio che dovrebbe essere svolto in maniera strutturata dalla sanità pubblica. Questa funzione viene in parte svolta dall’Ambulatorio per stranieri temporaneamente presenti (STP) presso l’ospedale di Bolzano dove potevano rivolgersi anche coloro che non dispongono di un medico di riferimento, ma a seguito della pandemia è stato chiuso, così come l’accesso alle visite specialistiche come per il resto della popolazione”.
Numerose e complesse le patologie degli utenti
Da quando è iniziata la pandemia le uscite del camper si sono un po’ ridotte e dipendono ovviamente dalla presenza di medici volontari che attualmente sono quattro, mentre in precedenza erano molti di più. A questo proposito è fondamentale sottolineare anche il sostegno che viene fornito all’ambulatorio mobile da parte della “Farmacia solidale” di Volontarius, gestita dalla dott.ssa Martina Felder, che ha sede in Piazza Mazzini a Bolzano e fornisce gran parte dei medicinali utilizzati dal servizio.
“Tra queste persone senza fissa dimora ci sono anche anziani con pluripatologie, c’è un cardiopatico operato di una patologia grave che se non assume determinati farmaci rischia la vita, ci sono diabetici che tengono l’insulina, che dovrebbe essere conservata in frigo, nello zaino in qualsiasi stagione dell’anno e non controllano i valori della glicemia, ci sono ipertesi, asmatici, disturbi di tipo psichico e soprattutto depressione causata dalle loro pesanti storie di vita. Molti portano i segni delle torture subite in Libia o nei loro paesi d’origine. Certo la maggior parte degli accessi al nostro servizio di strada sono persone che hanno magari piccole problematiche o cercano anche solo una parola di conforto, ma, come detto, ci sono persone con pluripatologie anche gravi e d’altro canto se non siamo noi a dare loro i farmaci, anche salvavita, non li trovano da nessuna parte.
La mia attività ambulatoriale come pediatra di famiglia è facilitata dal fatto che nel corso del tempo si instaura un rapporto di conoscenza e quindi le patologie possono essere seguite e curate. Con le persone senza fissa dimora e i migranti ovviamente tutto è più difficile. Come dicevo servirebbe un servizio strutturato o avere percorsi dedicati con specialisti ospedalieri come già avviene, ad esempio, con alcuni dentisti nell’ambito dell’Ambulatorio per stranieri temporaneamente presenti. Sarebbe anche importante avere degli orari fissi per le visite, cosa che in parte avevamo realizzato, ma questa pandemia ha spazzato via tutta una serie di strutture e di contatti già avviati. Vorrei inoltre invitare altri colleghi medici a prendere parte a questa attività di volontariato rivolta ad una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile”
conclude Lucia Pappalardo.
Per poter continuare al meglio il proprio servizio l’Associazione Volontarius chiede un sostegno per l’acquisto di attrezzature speciali di protezione per i medici e gli infermieri, di farmaci, per i costi di gestione dell’ambulatorio e per l’acquisto di un nuovo mezzo adibito ad ambulatorio medico mobile strutturato ad hoc. Le donazioni possono essere fatte online alla pagina www.gruppovolontarius.it/support-us o al seguente IBAN della Banca Intesa San Paolo
IBAN IT 31 G030 6909 6061 0000 0172 099.
Chi desidera inoltre donare del proprio tempo può contattarci alla pagina https://gruppovolontarius.it/volunteer/ o scrivere a volontari@volontarius.it