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18.08.2020

Infopoint: un servizio di orientamento ed ascolto sul territorio

Intervista al referente Fabrizio Bissacco

Dal 2017 l’Infopoint di Volontarius opera nel campo dell’emergenza fornendo un prezioso servizio di orientamento e ascolto alle persone che si trovano in uno stato di vulnerabilità a Bolzano. Il servizio ha mantenuto la propria operatività anche durante il lockdown.


Il Servizio di assistenza umanitaria è stato aperto circa 5 anni fa, nel 2015, quando c’è stato il boom di persone in transito che avevano bisogno di assistenza in emergenza temporanea che avevano bisogno di cibo, vestiti e medicine. Questo tipo di intervento si è quindi ulteriormente sviluppato dando vita ad un vero e proprio progetto strutturato, affidato nel 2017 all’Associazione Volontarius Onlus e denominato “Infopoint”.


Per capire meglio come opera ed è strutturato l’Infopoint di Volontarius, che ha sede nelle immediate vicinanze della stazione di Bolzano, ci siamo rivolti al suo referente, Fabrizio Bissacco, che in passato è stato anche responsabile del Centro di accoglienza di Laives.

 

Un servizio per le emergenze


“Il nostro servizio – sottolinea Fabrizio – opera sostanzialmente nell’emergenza, principalmente con le persone appena arrivate a Bolzano, ma anche con chi è già presente sul territorio, uomini, donne e minori che manifestano bisogni di bassa soglia. Per bisogni primari intendiamo la ricerca di cibo, vestiti, di un posto dove trascorrere la notte e nel quale fare una doccia e lavare i propri vestiti. Ma vi sono anche richieste di consulenze legali, informazioni di qualsiasi tipo, ricerche di assistenza medica e di sostegno psicologico. La richiesta di posti letto è al momento quella più spinosa perché c’è una lista di attesa in base all’ordine di arrivo, alla vulnerabilità ed alle particolari condizioni della persona. Il nostro primo intervento ha lo scopo di far fronte alle emergenze. In realtà la nostra funzione più importante è quella di raccogliere informazioni, garantendo sempre la tutela dei dati sensibili, fare da filtro per le persone in situazione di bisogno, per poi fornire loro le informazioni principali ed orientarli verso i servizi più adatti alle loro specifiche esigenze. Anche per la compilazione dei documenti orientiamo verso i servizi più adatti e qualificati.”

 

Un punto di riferimento e di orientamento h24 per chi è in difficoltà


Questa funzione di filtro e orientamento è particolarmente importante perché i servizi ai quali ci si può rivolgere sul territorio del capoluogo variano in funzione del tipo di documento di cui si dispone, del tipo di categoria sociale, se una persona ha uno status giuridico riconosciuto (richiedente asilo, extra comunitario, italiano) i servizi offrono sostegno a seconda delle diverse situazioni legali e se si tratta di una persona singola, di una famiglia, di una donna incinta, un minore, una persona vulnerabile o con problemi sanitari. Rientrano nella categoria delle persone vulnerabili persone con figli minori, donne in stato di gravidanza, vittime di tratta, di torture, mutilazioni genitali, con problemi medici certificati sia fisici che psicologici, anziani o individui in situazioni critiche o delicate che rendano necessario un collocamento in emergenza. È quindi compito degli operatori dell’Infopoint, sulla base della loro esperienza e della loro professionalità, orientare ciascuno verso il servizio più adatto alle esigenze individuali. Fondamentale il fatto che l’Infopoint è collegato alla fitta rete di servizi pubblici e privati, Forze dell’Ordine ed associazioni che operano nel territorio.


Il servizio è finanziato con il contributo dalla Ripartizione Politiche sociali della Provincia Autonoma di Bolzano e,  assicurato da Fabrizio Bissacco e da 5 operatori che lavorano a turno, è aperto dalle 9 alle 23,45 di sera, senza pause anche il sabato e la domenica per poter accogliere le persone. È operativo anche un servizio di reperibilità telefonica (0471 40 23 38) servizio che va ad integrarsi con il progetto di “Pronto intervento sociale”, anch’esso finanziato dalla Prov. Aut. di Bolzano, attivo H24 anche nei weekend e nei giorni festivi di tutto l’anno. Il numero di servizio è 335 1438701 e l’indirizzo email infopoint@volontarius.it.

“Siamo quindi sempre pronti a dare aiuto alle persone o a fornire informazioni anche ai cittadini del luogo che vogliono offrire il loro aiuto.”


Un quadro dettagliato della situazione


I dati che vengono raccolti nel corso dei colloqui con le persone servono ad avere un quadro della situazione delle persone che giungono nel capoluogo. A fine anno vengono redatti report analitici, con il numero di persone suddiviso per categorie, primi arrivi, vulnerabili, donne, famiglie, minori, ecc. che viene poi fornito a fini statistici e sociali agli uffici provinciali competenti.

“I dati vengono salvati nel nostro programma e questo ci aiuta moltissimo, perché ci consente di avere un quadro completo della persona con i suoi bisogni e le sue richieste precedenti. Quindi colloqui brevi, sintetici, efficaci che mirano ad un orientamento ottimale delle persone che si rivolgono all’Infopoint” aggiunge Bissacco.

Gli operatori sono tutti plurilingui, oltre all’italiano, al tedesco, al francese ed all’inglese, alcuni parlano l’arabo e vari idiomi e dialetti africani e sono quindi in grado di rapportarsi e di comunicare con le persone che si rivolgono al servizio. Vi è inoltre una stretta collaborazione con il servizio “Oltre la strada”, il Rinos (Ricovero notturno straordinario) ed il Progetto Alba dove lavorano persone di varie etnie che possono fornire un ulteriore aiuto.

 

Com’è stata l’attività nei mesi del lockdown?


“Il nostro è stato uno dei pochi servizi del territorio che ha mantenuto la propria operatività anche nei momenti di maggiore tensione legata al lockdown. Il problema principale era rappresentato dalla costante richiesta di informazioni riguardo alla riapertura delle strutture alla quale non eravamo in grado di fornire delle risposte certe. Abbiamo cercato di far fronte alle esigenze degli utenti introducendo servizi nuovi come, ad esempio, il supporto per la compilazione dell’autocertificazione. Leggere sui giornali che i senza fissa dimora venivano multati per la mancanza dell’auto-certificazione ci ha fatto molto riflettere e abbiamo quindi pensato alla possibilità di offrire questo supporto. Gli utenti compilavano il modulo con il nostro aiuto e abbiamo quindi registrato un forte afflusso di persone che in seguito non hanno più avuto problemi con le Forze dell’Ordine. Ovviamente per poter svolgere il nostro servizio abbiamo introdotto tutte le precauzioni previste, distanziamento, disinfettanti, mascherine, sanificazioni ecc.
Il servizio ora è tornato pressoché alla normalità, ci siamo adattati al meglio alla situazione d’emergenza, cercando di contenere il più possibile la situazione di stress degli utenti. La nostra risposta non si è mai limitata solamente alla pur difficile individuazione di un posto letto, ma abbiamo sempre cercato di ascoltare i loro bisogni e di comprendere empaticamente il loro disagio, pur rimanendo realistici rispetto a quello che stavamo vivendo tutti. Nel nostro lavoro dobbiamo sempre trovare quel punto di equilibrio tra l’ascolto delle persone e l’esigenza di dare spazio alle richieste di tutti.” afferma Fabrizio Bissacco.


Con il lockdown il flusso maggiore era rappresentato dalle persone stabili sul territorio, dopo lo sblocco dei confini regionali si è registrato un aumento delle famiglie provenienti da altre regioni italiane e qualche arrivo nuovo. Al di là del primo impatto con la realtà locale, in seguito la permanenza in Alto Adige naturalmente dipende dal progetto della persona. In merito alla stabilizzazione si deve verificare dove la persona ha la residenza, dove e da quali servizi sociali è stato preso in carico inizialmente ed eventualmente deve essere rimandato nel suo Comune di residenza. Questo per evitare che si verifichi un sovraccarico rispetto ai servizi di assistenza locali. Dal momento in cui una persona ha fatto richiesta di protezione internazionale presso la Prefettura o la Questura di un determinato territorio è importante che prosegua lì il proprio percorso. Analogo discorso vale per la presa in carico da parte dei servizi sociali di altri territori.

“A questo scopo non siamo solamente in contatto con i servizi che operano sul territorio provinciale, ma spesso contattiamo i servizi di altre regioni per avere più informazioni in merito alla persona ed eventualmente sostenere le spese di viaggio per il suo rientro nella regione in cui ha avviato il proprio percorso”.  

 

Come sostenere il progetto?


Essendo un progetto finanziato solo in parte, si rende indispensabile il contributo di fosse interessato a sostenerlo, anche attraverso piccole donazioni, che possono essere effettuate attraverso il nostro sito o tramite versamento a Banca Intesa San Paolo sull’Iban IT31 G030 6909 6061 0000 0172 099. A coloro i quali volessero mettere a disposizione parte del proprio tempo libero, consigliamo di contattare l’Associazione alla pagina dedicata al volontariato.